L’aria sorniona di Eloi non lascia dubbi sul fatto che si sta divertendo a dipingermi il mondo dal suo punto di vista. Acquista una salsiccia fumante e ci soffia sopra prima di azzannarla.
Indica la banca: “Avrai certo sentito nominare i Fugger di Augusta: i banchieri dell’Impero. Non c’è un porto in Europa dove non ci sia una loro filiale. Non c’è commercio in cui non ci sia una loro anche minima partecipazione. I nostri mercanti sarebbero persi senza il denaro che i Fugger mettono a disposizione per finanziare i loro viaggi. Carlo V non sposterebbe un solo soldato se non avesse un credito illimitato presso i loro forzieri. Del resto, l’Imperatore deve ai Fugger la sua corona, la guerra contro la Francia, la crociata contro i Turchi e il mantenimento di tutte le sue puttane. Li ha ricambiati donando loro l’usufrutto delle miniere ungheresi e boeme, la riscossione delle tasse in Catalogna, il monopolio dell’estrazione mineraria nel Nuovo Mondo, e chissà cos’altro”. La salsiccia punta verso l’edificio che si erge lì davanti. “Credimi, senza i Fugger e il loro denaro quell’uomo sarebbe in rovina da un pezzo”. Ruota la testa in tutte le direzioni. “E forse tutto questo non esisterebbe”.
Si pilucca le dita unte con l’aria più naturale del mondo.
Faccio qualche passo verso il centro della strada, scruto la costruzione anonima, massiccia, poi mi guardo intorno un po’ confuso, sentimenti opposti mi si accavallano dentro, rabbia, stupore, anche ironia. Mi fermo e ad alta voce butto fuori tutto quanto: “Perché nessuno mi ha mai parlato delle banche?
Luther Blissett – “Q”
(Einaudi, 1999, pag. 358-360)