Matteo Bergamelli
penSieri
o flusso d’incoscienza
“In prima media pesavo 40 chili e dimostravo sette anni. Mio padre, vedendomi portare lo zaino “Seven Double” che con la cerniera aperta mi sporgeva dalla schiena un metro e mezzo e pesava 15 chili, mi comprò un carrellino, di quelli che all’epoca usavano solo le donne anziane per portare la spesa. Quando mi recai a scuola per la prima volta con quello, varcato l’ingresso del cortile sentii subito su di me lo sguardo derisorio di 250 spietati ragazzini. Avvertii il sussurrare e il ridacchiare. Ricordo la pressione sul corpo di quegli sguardi e quei sussurri, come se si fossero intessuti in una cotta in maglia di ferro e qualcuno me l’avesse buttata sulle spalle. Dal giorno successivo, ogni mattina, uscita di casa, nascondevo il mio carrellino nella siepe del giardino e andavo a scuola piegata in due sotto il peso dello zaino stracolmo. Oggi gli zaini ce l’hanno incorporate le ruote e i miei figli si recano a scuola trascinando il trolley come se stessero partendo per le Canarie, a loro agio, nel rassicurante abbraccio della maggioranza. Sarà per questo che in fondo capisco che il conformismo, quando si è davvero diversi, quando ci si sente dalla nascita di appartenere alla minoranza, è un ammaliante canto di sirena al quale non è sempre facile sottrarsi.”
Vanina Sartorio
“A chi crede che certi scenari premeditati sottintendano l’esistenza di volontà troppo spregiudicate per essere credibili, rispondo che l’uomo fa tutto ciò che può fare, e se può fare tutto allora tutto è precisamente ciò che proverà a fare. Se l’intera storia umana non è valsa ancora a fare di questa circostanza una saggezza diffusa, allora non potranno pochi sparuti dissidenti soverchiati nel numero e nei mezzi, e isolati dal cattivo senso comune.”
Roberto Li Causi
Matteo Bergamelli
“In questi giorni capisco perché guardo alla nostra Costituzione con un interesse che prima non avevo mai provato: perché è nelle emergenze che le scialuppe di salvataggio diventano preziose. E sono andata a ricercare il testo della discussione parlamentare che è stata alla base della sua scrittura nel tentativo di trovarne non solo le ragioni e i contenuti, ma anche e soprattutto il Sentimento e i pensieri vasti che l’hanno covata. Capisco perché mi abbia commosso l’atmosfera non descritta verbalmente – ma comunque palpabile – di macerie e voglia di rinascita, l’onestà intellettuale di chi ha perso tutto ma non le cose essenziali, lo sforzo enorme e sublime di trovare, attraverso uno strumento normativo, il senso fondante di una nuova società.”
Lila Veneziani
“Forse tutto questo è successo perché si è parlato e scritto troppo. Forse con il benessere degli ultimi decenni è arrivata anche una grande inflazione della parola rispetto all’azione, del lavoro intellettuale rispetto a quello fisico. Poca vita vera, vissuta a contatto con altri corpi, e troppa invece attraverso immagini riflesse.”
Lila Veneziani
“Sono in molti, credo, quelli a cui la vista di un’edicola superstite a un incrocio o in una piazza, suscita nostalgia. Sempre più rare e spesso scrostate e cigolanti, le edicole esercitano il fascino di una sacralità perduta.
Già il loro nome rievoca metaforici piccoli templi dell’informazione. E, come quelli di pietra, il loro centro, la cella che custodisce la statua del dio, è impenetrabile, solo il sacerdote vi ha accesso.
I fedeli possono osservare le copertine dei giornali e delle riviste che ne tappezzano il perimetro, solo dall’esterno. Ma ne percepiscono la materialità tra le dita e l’odore dell’inchiostro sulla carta. Partecipano così a un rito, ed è quella la mancanza più struggente.
Sapere che l’immagine del nonno che ti porta per mano la domenica mattina a prendere il giornale, non potrà appartenere al futuro.”
Vanina Sartorio
Matteo Bergamelli
“È venerdì sera, mezzanotte e tre minuti, quando inizio a scrivere sul retro di un foglio già usato. Fuori c’è Milano, sempre più squallida, sempre più alienante e dentro ci sono io, che resisto, che osservo il mondo abbandonarsi alla menzogna.
Odio Milano. Odio Milano perché non ci sono più uomini e non ci sono più donne. Si sono tutti persi, ma non si sono persi nella vita, non si sono persi cercando la vita. Si sono persi mentre scappavano. Si sono persi perché non hanno avuto coraggio.
Eppure ti amo Milano, ti amo perché quando incontro una persona nella tua terra grigia, quando qualcuno sceglie di vivere e mi guarda, dentro di me sento la gioia del beduino che vede l’acqua nel deserto, sento la primavera e il profumo dei fiori che non ci sono più.
Anche io voglio scappare, anche io ho paura, anche io non sono niente, ma c’è qualcosa, qualcosa che desidero, qualcosa che voglio ancora più del sonno, più della sera.
Io voglio la felicità.
Loro dicono che non esiste, che è un gioco, uno scherzo, un capriccio, che non ne vale la pena. Ma io non ci credo. E mi prenderanno per pazzo e mi perseguiteranno per questo e ancora di più io non gli crederò. Io non ci credo perché l’ho vista e forse non la raggiugerò mai, forse il suo prezzo è troppo alto, anche per me, ma non per questo mi farò ingannare, non per questo vivrò nell’ipocrisia.
Sono pronto a soffrire, a piangere e a passare notti insonni, a cadere e non sapere dove andare, a rimanere solo a guardare in faccia il male, a pentirmi delle mie scelte e a invocare Dio, ma io non mi scorderò di lei. Non avrete mai il mio cuore, mai la mia anima.
Amico, sei pronto a cercare la verità sopra ad ogni altra cosa?
Sei pronto a rischiare tutto per lei?
Sei pronto a guardare i suoi occhi fino alla fine?
Non rispondermi.
Tutto sta nello sguardo.”
Giuseppe Lorenzetti
“Quando la buona morale basa i suoi principi sopra presupposti di natura tecnica creduti erroneamente oggettivi, il risultato dipende dalla veridicità di questi presupposti, e non dall’etica individuale di chi ne fa discendere per logica conseguenza tutte le istanze e i comportamenti.”
Roberto Li Causi
“Non è che sia obbligatorio scegliere tra libro cartaceo e kindle come fossero una squadra di calcio per cui tifare in modo acritico. Nel nostro Bel Paese, con la percentuale di lettori fra le più basse al mondo, se gli scritti sulla carta del formaggio incentivassero la lettura, sarebbero comunque da appoggiare. Così il kindle ha innumerevoli vantaggi pratici (in poco spazio si possono contenere centinaia di libri, il costo è inferiore, non si consuma carta, ecc…). Solo, non è come leggere un libro materiale. E’ l’equivalente di fare l’amore col preservativo. Indubbiamente a volte è necessario, ha indiscutibili vantaggi pratici, sempre meglio che non farlo affatto, ma manca qualcosa. La piena partecipazione al turbinio di percezioni che ci investono, durante l’atto sessuale, così come durante la lettura di un libro, del senso più sottovalutato: il tatto.”
Vanina Sartorio
“Svegliarsi in un mondo alla rovescia costringe a una verifica identitaria profonda, a un esercizio costante e radicale di revisione dei contenuti più scontati, a un’analisi grammaticale di ogni conversazione quotidiana.”
Lila Veneziani
Matteo Bergamelli
“Si parla e si scrive per mille ragioni differenti, come se il suono verbale avesse un valore in sé, per un narcisismo meramente estetico della parola, ma sempre più raramente si parla per trasmettere un contenuto. Si sposano idee prefabbricate ascoltate da qualcuno vestito per bene, facendo compravendita, più o meno consapevole, di opinioni a poco prezzo.”
Lila Veneziani
“Di fronte agli eventi che accadono dovremmo dedicare del tempo a produrre un’idea nostra delle cose – e insegnare questo ai ragazzi come priorità assoluta – un’idea che sia pure semplicissima o ingenua, non importa, ma prodotta con associazioni logiche e di ragionamento fondate prima di tutto sulla nostra esperienza del mondo, mantenendoci “sul pezzo” e tenendo dritta la barra dell’onestà intellettuale. Domina la delega a pensare e a prendere decisioni, come se la pratica della cittadinanza che oggi si esercita direttamente sul nostro corpo fosse una noiosissima assemblea condominiale. Si “crede” invece di appurare.”
Lila Veneziani
“Il giorno della comprensione verrà, e verrà perché i terremoti, a differenza delle società, sono intrinsecamente democratici: colpiscono tutti, anche chi nega la loro esistenza sotto una pioggia di cocci e detriti.”
Roberto Li Causi
“Abbiamo urgenza di opinioni artigianali, fatte in casa.”
Lila Veneziani
“Forse un blackout ci rieducherebbe al silenzio, a riconoscere un pensiero vero, una parola autentica, che voglia dire esattamente quello che dice, una lingua scarna, sorgiva, salvifica. Risalire la corrente per tornare al senso muto delle cose.”
Lila Veneziani
“L’esistente non si esaurisce in ciò che è evidenza, quello che è in vista è il germoglio finale, lo stelo sottile e delicato di una grande radice sotterranea, che si espande e si sviluppa buttando di tanto in tanto in superficie fiori e foglie nuove. Questo è l’oggetto della mia sacralità.”
Lila Veneziani
“La ringhiera in ferro della finestra incornicia un paesaggio suddiviso in riquadri orizzontali. Non sono tutti uguali: in alcuni prevalgono i rami dell’albero, negli altri il verde del prato.
Mi incanto a guardarli e a scegliere quale preferisco. Mi fa antipatia quello che inquadra più verde che rami, perché vorrebbe essere tutto prato, e invece è attraversato dalle linee piccole e insignificanti dei legnetti che disturbano l’omogeneità del colore di fondo. L’osservazione mi distrae da un dolore senza nome di cui ancora non ho individuato l’origine. Guardo il parapetto cercando di distrarre l’attenzione da quello che veramente mi importa, perché con la coda dell’occhio colgo più facilmente gli scatti dell’anima.
Il pianto non ha motivo di esserci ma non chiede il permesso per arrivare, inizia a svuotare il corpo dalla tensione e lo riporta ad una carica neutrale accettabile. In cerca di uno sfogo più ampio vado a passeggio tra i disagi recenti, per recuperare una leva che apra del tutto la diga quando, nel secondo riquadro del parapetto, spunta un pettirosso, ben presente a sé stesso prima che a me: per incorniciarsi ha scelto il rettangolo fitto di rami bitorzoluti e lo ha trasformato in un acquarello giapponese.”
Lila Veneziani