Kakuzo Okakura – “Lo zen e la cerimonia del te”

  • di Vanina Sartorio

Chi non è in grado di riconoscere la piccolezza delle grandi cose che ha in sé, tende a trascurare la grandezza delle piccole cose negli altri. L’occidentale medio, accecato dal compiacimento di sé, non saprà vedere nella cerimonia del té che un ulteriore esempio delle mille e una stravaganze che costituiscono, ai suoi occhi, la stranezza e la puerilità dell’Oriente. L’occidentale medio si era abituato a considerare barbaro il Giappone nel periodo in cui si dedicava alle delicate arti della pace, e lo chiama civile da quando ha iniziato a compiere massacri sui campi di battaglia della Manciuria. Recentemente si è molto parlato del Codice dei Samurai, dell’Arte della Morte che induce i nostri soldati ad autosacrificarsi esultando, mentre non è stata prestata praticamente nessuna attenzione al téismo, che così profondamente rappresenta la nostra Arte della Vita. (…)

Perché il téismo è l’arte di celare la bellezza così che la si possa scoprire, di accennare quello che non osiamo rivelare apertamente. É il nobile segreto di saper ridere di se stessi, pacatamente, ma senza reticenze, ed è quindi lo humor stesso – il sorriso della filosofia.

 

Kakuzo Okakura –  “Lo zen e la cerimonia del te”

(Feltrinelli, 1995, pagg. 10-12)

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