Penso a quando entravo a nuoto con lui nella grotta, a quella corrente di acqua limpida, a come cambiava, alla velocità e alla forza che prendeva quando passava nelle strettoie tra gli scogli ai piedi del promontorio.
La marea doveva essere al punto giusto.
Dovevamo essere in acqua nel preciso momento in cui la marea era al punto giusto.
Nei due anni che abitammo là potevamo averlo fatto solo una mezza dozzina di volte al massimo, ma questo è il mio ricordo. Ogni volta che lo facevamo, avevo paura di farmi sfuggire la marea, di restare indietro, di sbagliare il tempo. John mai. Dovevi sentire che cambiava, la marea.
E dovevi abbandonarti al cambiamento. Così mi diceva lui.
Joan Didion – “L’anno del pensiero magico”
(Il Saggiatore, 2008, pag. 79)