Il terzo tipo di violenza è la violenza dello stato, che va distinta dalla violenza giuridica nella misura in cui, rivolgendosi verso l’esterno, si basa non sulla differenza tra torti e ragioni, bensì su quella tra amico e nemico, differenza a cui Carl Shmitt ha legato l’essenza e il concetto del politico. Anche questa ripartizione, però, è troppo limitata in quanto presuppone un concetto del politico che consenta di distinguere tra amico e nemico. Infatti, la differenza tra amico e nemico non fonda il politico in generale, bensì la violenza, in particolare la violenza esercitata in nome dello stato nei confronti dei nemici esterni e interni dello stato stesso. La differenza tra violenza giuridica e violenza dello stato è importante anche in riferimento alla categoria di stato d’eccezione, costitutiva, secondo Schmitt, del concetto di sovranità. L’eccezione si caratterizza attraverso la limitazione che impone alla violenza giuridica; d’ora in poi gli interessi dello stato prevalgono sugli interessi giuridici, mentre la violenza dello stato si espande fino ad invadere ambiti protetti tramite e della violenza giuridica.
Jan Assmann – “Non avrai altro Dio”
(Il Mulino, 2007, pag. 17)